Dalla guerra alla droga alla medicina OP-ED

La guerra alla droga è intensa da quattro decenni in paesi come la Colombia e il Messico, dove si concentra la produzione di cocaina. Migliaia di vittime erano la popolazione civile, leader politici, autorità e membri di cartelli criminali. In Colombia, i numeri si intrecciano con i diversi tipi di violenza che il Paese ha vissuto negli ultimi 40 anni.

In Messico, la guerra contro i cartelli della droga ha lasciato circa 65.000 dispersi dal 2006, quando il presidente Felipe Calderon dichiarò guerra diretta ai cartelli che dominavano questi affari illegali.

Tutto questo senza contare gli alti livelli di corruzione e la profonda trasformazione del tessuto sociale, che ha portato alla ricerca del benessere attraverso varie fasi del traffico illegale di droga.

In Colombia, i predecessori delle mafie del narcotraffico furono coloro che iniziarono a coltivare e commercializzare marijuana negli anni ’70, ad alto costo sociale.

Oggi, quando l’insistenza sulla depenalizzazione della produzione, vendita e consumo di queste droghe provenienti da coltivazioni illecite (coca, marijuana e papavero), è nota la crescita del business legale della marijuana medica, in quanto originariamente utilizzata dalle comunità che lo consideravano parte delle loro tradizioni culturali.

Si stima che ogni anno il mondo sposti 150.000 milioni di dollari USA nel mercato della marijuana medica.

Si stima che ogni anno il mondo sposti 150.000 milioni di dollari USA nel mercato della marijuana medica. Anche secondo New Fronte Data, una società che analizza l’industria globale della cannabis, il lavoro legale equivale al lavoro illegale in entrate: i due ammontano a $ 344.000 milioni.

In Colombia, il suo uso medicinale è stato regolamentato nel 2017. Secondo recenti dati del governo, sono arrivati ​​18 progetti di investimenti esteri, per un totale di 288 milioni di dollari USA e oltre 2.000 posti di lavoro.

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Nel 2030, le esportazioni dovrebbero superare 1,7 miliardi di dollari, più della vendita di fiori al mondo. Nel frattempo, 32 colombiani possono coltivare cannabis. Inoltre, ci sono aziende che producono medicinali, cosmetici e altri prodotti derivati ​​da questa pianta.

Al contrario, in altre parti del paese, i contadini che vivono in aree lontane dallo sviluppo e dal benessere statale continuano a essere stigmatizzati con l’unica opzione di vendere la produzione di marijuana ai cartelli della droga, senza incolpare l’impatto sociale, economico e politico.

Nerina Angelo
Nerina Angelo
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